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CHIESA DI SAN GIROLAMO

Riaperta al culto da pochi anni, dopo lungo degrado, assolve contemporaneamente alla funzione di grande "contenitore d'arte", quasi un museo d'arte sacra, in quanto vi sono custodite le "emergenze" artistiche via via restaurate.

La Chiesa e l'annesso Collegio dei Gesuiti sono stati eretti tra il 1681 e il 1730 a spese di Fra' Girolamo Mistretta su progetto di Fra' Angelo Italia. Ha pianta ottagonale centrica. Il portale attribuito a "Maestri Capidici", su disegno del gesuita Angelo Italia, è un capolavoro d'arte barocca, e contrasta con la severità dell'imponente Collegio gesuitico che occupa tutto un isolato.

 

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Sull'altare troneggia l'Immacolata Concezione, scultura in legno policromo e recentemente oggetto di restauro, opera di ignoto autore, e davvero unica nella dolcezza sprigionata dallo sguardo sereno, bella e luminosa sopra il suo fercolo originale tardo rococò.

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Sicuramente del Quattrocchi la statua di S. Vincenzo Ferreri (ultimo quarto del secolo XVIII - qui accanto un particolare), anch'essa ritornata a splendore dopo recente restauro, e quella di S. Francesco di Paola, prima custodita nella Chiesa Madre. 

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A Polizzi si conservano ancora parecchie statue lignee, soprattutto del ‘700. Secondo il dr. Abbate, studioso del ricco patrimonio artistico dell’isola, forse le più belle della Sicilia. Gli ordini religiosi da un lato e i laici dall’altro, facevano a gara nel commissionare le statue dei tanti santi che poi sfilavano nelle numerosissime processioni. Le più belle sono della bottega di Quattrocchi, scultore di Gangi. Vi si può ammirare anche una statua lignea di S. Eligio di uno scultore ignoto del ‘700, prima conservata nella chiesa di Sant'Orsola.

Vi si conservano inoltre:

MADONNA COL BAMBINO DI GIANDOMENICO GAGINI (1557)

La statua in marmo, recentemente trasferita in questa chiesa, fu commissionata per la chiesa dello Spirito Santo dei Padri Domenicani, andata in rovina alla fine dell’800.

È di pregevole fattura: bellissimo il volto della Madonna, ampio e morbido il panneggio delle vesti, un particolare originale è il seno scoperto.

Nella base , oltre alle scene dalla Annunciazione, della Natività e della Adorazione dei Magi, figura lo stemma dei Padri Domenicani e l’iscrizione che attribuisce la commissione dell’opera a Joanna De Biaggio nell’anno 1557.

COMPIANTO SUL CRISTO MORTO CON SANTI SEBASTIANO E CATERINA DI ALESSANDRIA

(Tempera e olio su tela)

Proviene forse dalla chiesa di S.Maria Lo Piano, è un opera del Matta (III decennio del secolo XVI).

L’ossuta figura del Cristo Morto, il copricapo della Vergine, alcuni atteggiamenti dei volti, la gestualità delle mani, la posa di alcune figure ricordano il Trittico della Visitazione; in modo particolare la donna che si copre il volto con il manto è quasi identica alla donna della pradella del Trittico.

SACRA FAMIGLIA DI GIUSEPPE SALERNO (1625)

Questo quadro del pittore detto lo Zoppo di Gangi che ha dipinto tanti quadri commissionati a Polizzi dalle ricche famiglie per le numerose chiese, si trovava prima nella sagrestìa della Badia Nuova.

Rappresenta una scena apparentemente serena: la vergine Maria e S. Giuseppe che guardano giocare Gesù e S. Giovannino. Sullo sfondo degli angeli suonano l’arpa e il liuto. La serenità però è turbata dalla presenza degli arnesi della crocifissione con cui gioca Gesù: la corona di spine, chiodi, corde, martello, tenaglia. Accanto S. Giovannino tiene in braccio un agnellino e in mano una banderuola dove c’è scritto "Ecce Agnus Dei".

MARTIRIO DI S. STEFANO (1606)

Questo quadro fu uno dei primi realizzati dal Salerno a Polizzi e rappresenta in modo drammatico la lapidazione del Santo. Il cielo oscuro è squarciato dall’apparizione della Trinità, mentre i carnefici lanciano violentemente le pietre contro il santo in atteggiamento di preghiera.

Vicino alle mura di Gerusalemme si vedono persone che assistono stupite alla scena drammatica.

Le piccole scene della cornice, in basso, raffigurano i miracoli avvenuti per intercessione del Santo.

MADONNA DEL ROSARIO (1606)

Quest’opera di Giuseppe Salerno si trovava prima nella Badia Nuova e, come si rileva dall’iscrizione, è stata commissionata al pittore dai nobili Blasi e Lucrezia Rampolla.

La vergine siede su un trono di nubi attorniata da una schiera di angioletti che porgono corone di rose e rosari ai Santi e alle suore domenicane.

Tutt’intorno vi è un portale dipinto, diviso in formelle, ogni formella raffigura i misteri del rosario.

ANNUNCIAZIONE DELLA BEATA VERGINE

Pittore ignoto del XVI secolo

S. ANTONIO DA PADOVA

Pittore ignoto del XVI secolo

LA DEPOSIZIONE DELLA CROCE 

Giovanni Matta (XVI secolo)

Pannello illustrativo della Chiesa di San Girolamo

 

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