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URNA ARGENTEA DI SAN GANDOLFO

(Chiesa Madre)

 

Opera degli argentieri Andrea Di Leo (1549), Nibilio Gagini (1579), Giuseppe Gagini (1610), Giovanni Zuccaro (1632) ed altri, la cassa d'argento con le reliquie rappresenta senza dubbio l'espressione più alta del culto e della venerazione dei polizzani verso S. Gandolfo, ed è segno concreto della potenza della Città nel '500.

Su incarico dei Giurati e dell'Università di Polizzi, nel 1549, ad Andrea Di Leo, gli interventi su una preesistente cassa di legno del 1320 contenente i resti del Santo Patrono, si protrassero anche ad opera di altri valenti orefici, per tutto un secolo.

La cassa interamente rivestita da lamine di argento è suddivisa da nicchie intervallate da paraste, contenenti le figure dei dodici Apostoli, dei Santi Francesco e Antonio e l'Annunciazione. E' sormontata da un mezzobusto del Santo Patrono, su cui spicca per pregevole fattezza il volto argenteo, opera sicuramente di N. Gagini, che conteneva il teschio di S. Gandolfo.

 L'opera viene portata in processione solenne una volta all'anno in occasione della festa di S. Gandolfo.

 

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